Io adoro il pandoro.
Aspetto quasi con ansia che arrivino le feste natalizie per mangiare il pandoro.
Quello classico, senza farciture ed a volte senza neanche aggiungere lo zucchero a velo.
Non voglio entrare nella classica, superata, forzata, abusata, noiosa diatriba tra pandoro e panettone che puntualmente esce ogni Natale in ogni famiglia e su ogni sito/blog dedicato alla cucina.
Io mangio il pandoro perchè mi piace e non mangio il panettone perchè non mi piace.
Però se aspetto ogni Natale di avere un pandoro in casa non è per avere il classico dolce alla cena della vigilia o per il pranzo di Natale.
Io aspetto il pandoro per zupparlo la mattina nel caffellatte.
Sublime.
Una bella fetta intera immersa in una tazza capiente di caffellatte caldo e zuccherato.
Il dolce che pian piano assorbe tutto il latte, si impolpa, si amalgama, si incorpora, si sposano.
Una zuppa di latte e pandoro da pescare con il cucchiaio e gustare senza preoccuparsi troppo del latte che al primo morso inonda la bocca e tracima poco elegantemente fuori a sbrodolarvi il mento. Magari mangiate in solitudine per non fare figure indecenti, ma godetevi questo tornare bambini con il latte che vi lava la faccia.
Per me è una delle maggiori godurie mangerecce che esistono.
Buono il pandoro, ma solo con il latte raggiunge la sua perfezione.
Non c’è colazione al mondo paragonabile a questa.
E visto che tra pranzi e cene con la famiglia si è spesso abusato e la prima cena a casa non si ha voglia di cucinare, non si ha voglia di sughi ed intingoli, ma serve qualcosa per andare a dormire tranquilli, allora perchè no una bella cena con una tazza di latte e pandoro, per non perdere l’occasione di gustarlo ogni volta che si può.
Questo è il mio Natale