Da Le Tre minestre: ricetta Patoi, Ravioli di San Vincenzo

Le tre minestre di Andrea VitaliAndrea Vitali, Andrea Camilleri e Marco Malvaldi sono i tre autori italiani che stanno ci stanno facendo scoprire i valori e le abitudini dell’ italia tradizionale.

Ognuno di loro, con uno stile che spesso ha delle somiglianze, si occupa di una ben precisa zona geografica e della sua cultura.

Camilleri ci racconta la Sicilia ed il carattere riservato dei siciliani, la loro dignità.

Malvaldi ci racconta la Toscana e la spensieratezza dei toscani, il prendere la vita sottogamba .

Vitali ci racconta la Lombardia e la praticità dei lombardi nelle loro attività rurali e paesane .

Non a caso ognuno racconta della sua regione di nascita, di cose vissute, di esperienze tramandate  .

E tutti loro per raccontare la loro regione, i costumi, la cultura, passano dal cibo .

Le cene che Adelina prepara per il Commissario Montalbano, la selvaggina imperante in milioni di milioni di Malvaldi od il suo libro dedicato a Pellegrino Artusi in Odore di chiuso, gli agoni, i pesci di lago sempre bramati dai personaggi di Andrea Vitali.

Perchè come ho scritto nel primo articolo di presentazione di questo blog, gran parte della nostra cultura è legata al cibo. Descrivere cosa c’è in tavola significa individuare la classe contadina, i commercianti, i borghesi. E come si affronta il cibo può rappresentare la serenità o la tristezza. Non si è quel che si mangia, ma ci rappresenta molto bene.

Nel suo ultimo libro Le Tre Minestre Vitali racconta una famiglia che ruota intorno alla tavola e non ha bisogno di fermarsi troppo a raccontare la classe sociale ed il contesto di questa famiglia perchè lo si rileva abbondantemente dal cibo che ogni giorno viene preparato.

Ricette tradizionali, con la loro storia e che esigono oltre che una perfetta preparazione anche un momento, un evento giusto per essere scelte come piatto forte di un pranzo o di una cena. Una gallina ripiena non può essere preparata per una domenica qualsiasi, la Cassoeula richiede una preparazione spirituale ed una buona dosa di pentimento preventivo.

Il romanzo lascia buona parte delle pagine stampate ad un ricettario delle tradizioni lombarde.

Da quel ricettario ecco la ricetta dei Ravioli di San Vincenzo, o Patoi:

Pàtoi
Ravioli di san Vincenzo

Ingredienti per 6 persone
Per il ripieno
450 g di brasato (o di altra carne già cotta)
5-6 amaretti di Saronno
40 g di pane grattugiato
latte
2 uova
prezzemolo tritato
20 g di parmigiano grattugiato
sale e pepe
Per la pasta
300 g di farina bianca
3 uova
sale
Per il condimento
burro
1 spicchio d’aglio
qualche foglia di salvia

Preparazione
Preparare in anticipo il ripieno. Tritare la carne, unire gli amaretti sbriciolati, il pane grattugiato ammollato nel latte e ben strizzato, le uova intere, il prezzemolo e il formaggio grattugiato mescolando bene.

Se l’impasto risultasse troppo morbido, aggiungere ancora un po’ di pane grattugiato, se troppo spesso un po’ di sugo del brasato. Salare e pepare. Tenere da parte e lasciare riposare.

Preparare la pasta, quindi tirare una sfoglia non troppo sottile. Disporre il ripieno a mucchietti sulla pasta, ripiegarla, schiacciare i bordi dei ravioli e ritagliarli a mano. Lasciare riposare i ravioli qualche ora, poi cuocerli in acqua bollente salata.

Condirli infine con burro fuso aromatizzato con aglio e salvia.


Da Le Tre minestre: ricetta Patoi, Ravioli di San Vincenzo ultima modifica: 2013-10-29T19:37:05+02:00 da Salvatore - admin